Ma chi non crederà sarà condannato

Gesù riceve dal Padre un comando: “Annunzia agli uomini la mia volontà, facendo te stesso volontà visibile”. Come Gesù si fece volontà visibile del Padre? Annunziando la parola si fece volontà udibile. Ma udire la volontà di Dio non basta. Bisogna che la volontà di Dio sia anche veduta. Chi vede la vita di Gesù, vede la volontà di Dio, ascolta la volontà di Dio, si incontra con la volontà del Padre. Il sommo della manifestazione della volontà del Padre è stato raggiunto da Gesù sulla croce. Lui ha manifestato ad ogni uomo tutta la potenza, la ricchezza, la profondità, la larghezza, l’altezza dell’amore del Padre. Oltre non si può andare nella manifestazione dell’amore. In ragione della sua obbedienza ad ogni Parola del Padre, Gesù può dire: “Io e Padre siamo un solo amore, una sola voce, una sola verità, un solo cuore, una sola vita. Io sono la vita visibile della vita invisibile del Padre mio”. Sappiamo che Gesù è anche una sola cosa con il Padre in ragione della sua natura divina. Non due nature divine, una del Padre e una del Figlio, ma una sola natura divina, nella quale sussistono il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo in una comunione eterna di amore. Ma Gesù è anche vero uomo. Nella sua natura umana regnava questa perfettissima unità con la volontà del Padre. Gesù è solo dalla volontà del Padre. Mai è stato né dalla volontà del diavolo e mai dalla volontà di un solo uomo.

Gesù dice ai suoi apostoli: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”.  Traduciamo: Andate in tutto il mondo, annunciate il Vangelo, facendovi Vangelo visibile, Parola visibile, come io mi sono fatto Parola visibile del Padre. l’Evangelizzazione è insieme per udito e per vista. Come Cristo obbedendo al Padre, mostrava il Padre, così l’apostolo, obbedendo a Cristo, deve mostrare Cristo. Mai l’apostolo deve dire il Vangelo senza mostrarlo e mai mostrarlo senza dirlo. L’apostolo dice il Vangelo, mostra il Vangelo, insegna come il Vangelo si vive, divenendo Lui il Cristo vivente in mezzo alle pecore del Signore Gesù. La vera crisi della fede, è crisi dell’annunzio. Un annunzio solo udibile, attesta al mondo che credere è accettare una verità che è verità per sé, ma non per noi. Sappiamo che esistono le galassie. Questa conoscenza ci fa più dotti, ma non uomini. Mentre la verità del Padre, che è verità di Cristo, non ci fa più dotti, ci deve fare uomini. Quando l’apostolo mostra il Vangelo, Lui altro non fa che mostrare all’uomo cosa è la verità dell’uomo. La verità dell’uomo è la sua povertà in spirito, la sua mitezza, la sua misericordia, la sua purezza del cuore e del corpo, la sua fame e sete della volontà di Dio, in Cristo, per lo Spirito, l’accoglienza della sofferenza come essenza della sua vita, l’umiltà del cuore che ci fa essere sempre dalla volontà del Padre. Il vero uomo va sempre mostrato, perché è dalla verità dell’uomo che si annunzia il Vangelo e si invitano gli uomini, tutti gli uomini, a divenire veri. Ma l’uomo può divenire vero solo nella grazia di Cristo Gesù. Chi deve dare la grazia è l’Apostolo del Signore, ma per darla deve anche produrla in Cristo per lo Spirito Santo, facendosi obbediente a Cristo fino alla morte di croce. È grande il mistero.

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano (Mc 16,9-20).

Gesù dice ancora: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato”. Quando l’Apostolo dona il Vangelo secondo la duplice modalità dell’udito e della vista, chi lo rifiuta non sarà più giudicato secondo la sua coscienza, ma dal Vangelo che ha rifiutato. Prima di vedere e udire il Vangelo, la coscienza era la sua legge. Ora che ha visto e udito il Vangelo, il Vangelo è la sua Legge. Per questo Gesù aggiunge: “Chi non crederà sarà condannato”. La condanna è dovuta al rifiuto. È condannato perché mai potrà divenire l’uomo secondo la verità che Dio ha scritto nel suo cuore: essere suo figlio di adozione in Cristo Gesù. Chi non crede si condanna alla non umanità. La sua non umanità lo spinge alla disumanità. Che oggi l’uomo viva da non uomo in una disumanità che sempre più diviene disumana è evidenza, storia e contro la storia non vi sono argomentazioni. Che i figli della Chiesa, avendo smesso di credere nel Vangelo sono ritornati nella non umanità e da essa sono precipitati nella disumanità, è storia quotidiana. La rinuncia a divenire veri uomini è condanna. Si rifiuta la verità.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che chi annunzia il Vangelo sempre lo mostri con la sua vita.